Dobbiamo adattarci a un mondo da noi stessi modificato e perturbato. Pensiamo al riscaldamento globale, uno dei fenomeni su cui l’uomo misura gli effetti delle sue attività sull’ecosistema. È possibile migliorare l’attuale benessere, rendere più piacevole lo stile di vita e aprire nuove occasioni professionali incrementando le fonti energetiche rinnovabili, moltiplicando le aziende agricole sostenibili, riorganizzando le città e i trasporti, diminuendo il consumo di carne (i processi di digestione di bovini e ovini sono tra i principali responsabili di emissione di metano).

Il lavoro dello scienziato è un processo lento e in divenire che si basa sul “non so”, “non ancora”, “cerco risposte” basate sui fatti. È l’atteggiamento che ha permesso in poco più di due secoli di dare avvio a un’avventura scientifica di scoperte e invenzioni che hanno salvato l’umanità dalle epidemie che da quando l’uomo è diventato stanziale hanno decimato e rischiato di far scomparire intere comunità.

C’è un tempo della quotidianità che scorre rapido e si perde e c’è il “tempo profondo” della storia della vita e del Pianeta. Antropocene è il nome dell’epoca attuale in cui la specie umana è diventata una forza geologica capace di plasmare il Pianeta. Nel futuro gli studiosi non potranno che constatare che tutte le tracce lasciate dall’uomo in quest’epoca, come plastica, dighe, miniere, compongono un mondo caratterizzato dalla presenza sempre più invasiva dell’uomo (anthropos in greco) e dalla progressiva diminuzione fino alla scomparsa di altre forme di vita non “domesticate”, come la fauna selvatica e le foreste.

A oggi l’uomo con le sue attività ha ridotto di un terzo la biodiversità globale, significa le altre specie, animali e vegetali. Nella Convenzione sulla diversità biologica (CBD) troviamo la definizione di biodiversità come la variabilità di tutti gli organismi viventi inclusi in un determinato ambiente, acquatico, terrestre o marino.

Perché è così importante la varietà? La sopravvivenza di ogni specie dipende da questa varietà di popolazioni che la compongono: minore variabilità significa minori possibilità di adattarsi e quindi di sopravvivere.

Gli scienziati concordano nel dire che il clima è quello tra elementi del “sistema Terra” le cui variazioni, misurate (se naturali) sui tempi lunghissimi delle ere geologiche, hanno subito una radicale accelerazione a partire dal 1800. L’uomo ha iniziato, con la rivoluzione industriale, a bruciare in modo sempre più massiccio combustibili fossili per soddisfare il crescente bisogno di energia di un numero di persone sempre più alto. Tutto questo ha causato l’aumento di gas nell’atmosfera, in particolare di CO₂, anidride carbonica, uno dei principali gas responsabili del cosiddetto effetto serra. E la Terra, come ha sempre fatto, reagisce: picchi di temperatura, fenomeni estremi come piogge, tempeste di vento, uragani, scioglimento dei ghiacciai.

La scienza e l’innovazione sono la frontiera della conoscenza, alleate che propongono nuovi scenari di benessere per tutta la comunità. Internet dà a tutti la grandissima opportunità di avere accesso all’informazione scientifica, alla cultura, alle notizie di nuove scoperte in tempo reale. È un importante strumento di cittadinanza e democrazia che va difeso anche comunicando la scienza in modo nuovo. Facciamo attenzione, quando si naviga in Rete è buona prassi chiedersi sempre chi sta parlando, perché lo fa, e se è davvero competente in quello che dice.

È la diversità della vita in tutte le sue manifestazioni biologiche, culturali e linguistiche. I millenni di coevoluzione tra l’uomo e l’ambiente hanno creato uno stretto legame tra la biodiversità delle specie e degli ecosistemi e la diversità culturale e linguistica umana. La loro salvaguardia deve andare di pari passo, poiché gli esseri umani sono parte integrante della natura.

Si parla spesso sui giornali delle fake news, le notizie false, con importanti regole per distinguerle dalle notizie vere. I social media hanno amplificato la possibilità di diffusione di notizie non vere con le relative conseguenze, spesso pericolose, come i discorsi d’odio. Sì, perché una caratteristica delle fake news, oltre ad essere false, è di incitare alla violenza con informazioni ingigantite, travisate, inventate. Succede su molti argomenti e anche nel campo della scienza. Sta a noi aprire bene gli occhi e il cervello per scovare le bufale e non cadere nei tranelli di chi vuole ingannarci.

I Global Goals, conosciuti anche come Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals), sono 17 obiettivi contenuti in un grande piano d’azione, stilato nel 2015, su cui i governi dei 193 Paesi membri dell’ONU hanno trovato un accordo. I Paesi si impegnano a raggiungere questi Obiettivi entro il 2030. I Global Goals rappresentano obiettivi comuni su un insieme di questioni fondamentali per lo sviluppo e per il benessere del Pianeta: la lotta alla povertà, l’eliminazione della fame e il contrasto al cambiamento climatico sono alcuni degli argomenti trattati. ‘Obiettivi comuni’ significa che i Global Goals riguardano tutti i Paesi e tutti gli individui: nessuno ne è escluso, né deve essere lasciato indietro.

Questo è un termine inglese che indica il “riscaldamento globale”. La causa del Global warming risiede principalmente nell’inquinamento dell’aria provocato dall’uomo con le fabbriche e i veicoli. Perché è pericoloso che la Terra si scaldi troppo e troppo velocemente? Pensiamo alla triste immagine dell’orso tra i ghiacci che si sciolgono… Per tante specie viventi il riscaldamento globale significa perdere le condizioni in cui è possibile vivere, e quindi estinguersi.

La globalizzazione è un fenomeno che interessa l’intero Pianeta. Si manifesta su diversi piani: economico, sociale, culturale, tecnologico. Alla base della globalizzazione c’è il libero scambio tra Paesi. Un mondo globalizzato è, tra le altre cose, un mondo dove si viaggia di più, ma hanno viaggiato in incognito, prima che i voli fossero bloccati e con i passeggeri che non sapevano di essere ammalati, anche i virus che poi si sono diffusi come pandemia. Dal 1990 al 2017 le emissioni di CO₂ causate dai voli aerei internazionali sono cresciute quasi del 130%.

Con questo acronimo sono indicate le cause principali che provocano la perdita di biodiversità:
1. Habitat fragmentation > La deforestazione e la frammentazione degli habitat
2. Invasive species > Diffusione delle specie invasive (vegetali e animali)
3. Population growth > Crescita della popolazione umana
4. Pollution > Inquinamento agricolo, industriale, …
5. Overfishing and overhunting > Pesca e caccia non sostenibili
A questo si aggiungono i problemi causati dai cambiamenti climatici.

Sigla per “Organizzazione delle Nazioni Unite” (in inglese United Nations) è un organismo internazionale per il mantenimento della pace, costituito dagli Stati dopo la seconda guerra mondiale. Tra i suoi obiettivi principali troviamo: salvaguardare le generazioni future da possibili conflitti armati, affermare i diritti universali degli uomini e delle donne, promuovere l'uguaglianza, il rispetto della giustizia, il progresso sociale e la tolleranza tra gli uomini e gli stati. Oggi fanno parte dell’ONU 193 Paesi, praticamente tutto il Pianeta.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è un pacchetto di investimenti e riforme con cui il Governo italiano, e tutti gli Stati membri dell’Unione europea, intendono promuovere un’ambiziosa agenda per il periodo 2021-2026 per rilanciare l’economia degli Stati e renderla più verde e più digitale.
Il PNRR italiano è articolato in sei missioni:
1. Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura
2. Rivoluzione verde e transizione ecologica
3. Infrastrutture per una mobilità sostenibile
4. Istruzione e ricerca
5. Inclusione e coesione
6. Salute

Essere flessibili, adattabili, ma anche fantasiosi nel trovare soluzioni speciali a eventi eccezionali. Tutto questo è “essere resilienti”. È una caratteristica non solo degli uomini, ma anche degli ecosistemi e delle comunità vitali in generale, capaci di reagire, adattarsi e rinnovarsi dopo un imprevisto o un evento dannoso.

Ricerca è la parola che unisce la filosofia a tutte le altre discipline, tutte impegnate a “pensare e ripensare” il rapporto tra l’uomo e la natura, a trovare un nuovo equilibrio per il Pianeta che comprende noi umani, gli altri animali, piante, virus. Il legame che la parola “ricerca” stabilisce tra tutte le diverse discipline è il pensiero che spinge a ricercare, il tempo che impegniamo per analizzare la realtà che ci circonda, metterla in discussione, immaginare nuovi scenari.

Sono risorse importanti da non sprecare l’acqua, l’energia, il cibo, indispensabili per assicurare oggi e nel futuro il benessere globale. Anche il “denaro”: intendiamo quello che si guadagna lavorando e quello che si spende per rimettere in sesto il territorio che frana o l’aria inquinata.

L’occupazione del Pianeta da parte dell’uomo è diventata sempre più veloce dopo la Rivoluzione industriale, ma ha avuto inizio con la prima Rivoluzione agricola, quando nel Neolitico l’uomo ha imparato a coltivare e ad allevare animali, e con la prima Rivoluzione urbana: le città dei Sumeri. Due rivoluzioni che hanno dato l’avvio al mondo in cui viviamo. Un mondo in cui gli esseri umani trasformano l’ambiente in cui vivono per renderlo più adatto ai loro scopi.

Le scienze forestali hanno un ramo specifico che si occupa di coltivare i boschi e che applica i principi dell'ecologia per la conservazione di questo importante ecosistema. Si tratta di una serie di attività che consentono di controllare crescita, composizione, struttura e qualità di un’area boschiva, con lo scopo di poter utilizzare in modo sostenibile i preziosi prodotti che offre – legname, ma anche sughero, oli essenziali, resine… – e preservare nel tempo la qualità e la quantità del patrimonio forestale.

La salute è un sistema che comprende varie forme di vita, viventi e non viventi. Se i nostri comportamenti fanno “ammalare il Pianeta”, siamo poi noi che ci ammaliamo, come vediamo con le malattie da inquinamento dell’aria, dell’acqua e del terreno, con le malattie che colpiscono gli animali nei grandi allevamenti o le grandi piantagioni curate poi in modo non sostenibile.

È un indicatore internazionale utile per stimare il numero di alberi in una certa zona e valutare i benefici portati dalle loro chiome sulla superficie urbana. Così i rappresentanti politici e i tecnici coinvolti nelle politiche di forestazione e riforestazione possono agire di conseguenza per promuovere nuove piantumazioni.

Acronimo per United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization.

Fondata dopo la fine della seconda guerra mondiale per sottolineare che la ricostruzione dei rapporti di Pace tra i popoli e il progresso non possono fare a meno dell’educazione, della scienza, della cultura. In una parola: il patrimonio di conoscenza dell’umanità.

La città è un vero e proprio sistema, vitale per le numerose persone che la abitano, che si organizzano e si adattano a un ambiente in continua evoluzione. Per questo si parla di ecologia urbana, cioè lo studio dell'ambiente urbano: delle grandi città e delle complesse interazioni e relazioni che si verificano al suo interno.

Se si viene infettati da un virus il sistema immunitario mette in atto delle difese per eliminare l’infezione. Si attivano nel corpo cellule della memoria dedicate a proteggere da un secondo incontro con lo stesso virus. È un importante successo che si ottiene spontaneamente nei tempi lunghi dell’evoluzione, a prezzo di generazioni di malati. In tempi brevi e senza passare dalla malattia, attiviamo la risposta protettiva quando somministriamo il vaccino, cioè immettiamo nel corpo il virus isolato e ucciso in laboratorio, non in grado di replicarsi, che “educa” il sistema immunitario che lo riconosce e attiva la protezione.

I virus sono agenti patogeni di dimensioni nanometriche che si replicano nelle cellule di organismi ospiti. Sono costituiti da materiale genetico (DNA o RNA) in una capsula di proteine. I virus sono antichissimi parassiti obbligati (cioè che da soli non possono stare) che saltano da una specie all’altra e si moltiplicano, favoriti dalla numerosità e mobilità della specie che di volta in volta li ospita, come oggi noi umani.

Acronimo per World Health Organisation, in italiano OMS - Organizzazione Mondiale della Sanità. Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, nel 1946, gli Stati riuniti nell’ONU/UN (Organizzazione delle Nazioni Unite/United Nations) hanno così voluto con questo strumento di cooperazione tra Stati concludere la conta dei danni e morti per la guerra e pensare alla pace e alla salute delle persone.

Le grandi pandemie che si sono ripetute fin dall’antichità sono quasi tutte zoonosi, cioè malattie originate dagli animali, in una modalità che i virologi definiscono “salto di specie”. Un virus o un batterio che passa da un animale a un altro animale, come nel nostro caso l’uomo, infettandolo e facendolo ammalare.